Il Natale di Mariah Carey tra tormentoni e fatturati da capogiro
C’è un binomio che col passare degli anni si consolida sempre di più, ed è quello che affianca il nome di Mariah Carey al Natale. Ormai, per noi figli dell’età moderna e dei tormentoni musicali, è impossibile scindere le cose. C’eravamo, quando tutto nacque. Quando venne coniato il termine “tormentone”. Quando il consumismo discografico raggiunse le sue vette più alte all’interno dell’inglorioso ambito dei prodotti usa e getta in mano music business. Ma questa è un’altra storia. Torniamo a noi.
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Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, la mente va sempre lì, a lei, l’indiscussa Regina del Natale. Fin dall’alba del primo dicembre, radio, televisioni e social network vengono presi d’assalto da “All I want for Christmas is you“, il tormentone dei tormentoni natalizi.
L’antonomasia pop dei festeggiamenti a tema. Inutile girarci attorno, i grandi classici sono sempiterni, ma Mariah prende il sopravvento su di essi senza fare praticamente più nulla da anni. John Lennon, Brenda Lee, Darlene Love, Queen, Elvis Presley, i canti tradizionali e quelli popolari, tutto passa in secondo piano al confronto dell’album natalizio che Mariah Carey pubblicò nel lontano 1994.
“Merry Christmas“, il quarto episodio discografico della cantante a stelle e strisce, divenne subito oggetto di curiosità globali prima e di culto poi, per evolversi ulteriormente in stella polare da seguire prima, durante e dopo le festività natalizie.
Dopo quel disco, il rapporto tra il pop e il Natale, non fu più lo stesso e tutti ma, soprattutto, tutte, tentarono di emularla. Nessuno con la stessa fortuna e pochi con lo stesso appeal commerciale. Se non fosse sufficiente l’umore del pubblico come parametro da tenere a mente, ci si può sempre rivolgere ai dati di vendita e a quelli d’incasso.
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Non ci sono rivali, la Carey è prima senza che altri abbiano la possibilità di raggiungerla.
Un brano tanto celebre quanto remunerativo. Il quotidiano britannico The Indipendent ha stabilito che nel solo Regno Unito la hit produce circa 500mila dollari all’anno che, riparametrizzando tutto al 2022, vuol dire più di sessanta milioni di dollari dal giorno della sua uscita, come citato dal The Economist.
Proprio l’anno della uscita si attestò come il secondo album natalizio più venduto con circa 1 milione e 860mila copie ma, a distanza di ventisei anni, è di gran lunga il più venduto di sempre con oltre 15 milioni di copie vendute.
E dire che, secondo le classiche leggende metropolitane più o meno fondate, Mariah Carey avrebbe scritto il pezzo in soli quindici minuti assieme al produttore Walter Afanasieff.
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Con l’avvento dello streaming online e delle piattaforme specializzate era inevitabile che facesse incetta di record anche su Spotify. “All i Want for Christmas is you” è la canzone più trasmessa sulla piattaforma nell’arco delle 24 ore.
Solo nel 2016 la canzone è stata riprodotta poco più di 210 milioni di volte. E’ anche la canzone natalizia più venduta della storia. Una macchina scala classifiche (e riempiportafogli) quella che la cantante ha messo su con il brano.
La celebre rivista Cosmopolitan ha stilato una classifica degli incassi (tramite diritto d’autore) di alcune delle più celebri hit natalizie. Questa la top10:
- Merry Christmas Everybody – Slade (1985) con 563mila euro;
- Fairy Tale of New York –The Pogues (1988) con 450mila euro;
- All I Want For Christmas Is You – Mariah Carey (1994) con 423mila euro;
- White Christmas –Bing Crosby (1940), con 369mila euro;
- Last Christmas – Wham! (1984) con 337mila euro;
- Wonderful Christmastime – Paul McCartney (1979) con 292mila euro;
- Stop The Cavalry – Jona Lewie (1980) con 135mila euro;
- Mistletoe And Wine – Cliff Richard (1988) con 112mila euro;
- 2000 Miles – The Pretenders (1984) con 114mila euro;
- Stay Another Day – East 17 (1994) con 109mila euro.