Castello di Sammezzano in stato di abbandono: il progetto per salvarlo
Se dico ‘Castello di Sammezzano’, a molti potrebbe non venire nulla in mente. Eppure questa meravigliosa struttura in stile eclettico, una delle eccellenze dell’architettura italiana, è stata al centro di numerosi film per il cinema: i più giovani, per esempio, l’avranno vista all’interno del ‘Racconto dei Racconti’ di Matteo Garrone, ma guardando al passato potremmo citare il celebre ‘Fiore delle Mille e una Notte’ di Pierpaolo Pasolini, o ancora ‘Il figlio dello sceicco’ di Bruno Corbucci, ‘Ultimo Harem’ di Sergio Garrone e ‘Sono un fenomeno paranormale’ di Sergio Corbucci. Ma anche tanti videoclip, spot e documentari per la televisione.
Fondato – a quanto pare – sulle ceneri di un fortilizio romano, il castello divenne attorno all’anno 1000 una fortezza medievale, passando dai Gualtierotti agli Altoviti, fino ai Medici. Perché ne parliamo? Dopo secoli di epoca d’oro, terminata con gli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, l’enorme struttura è caduta in stato di abbandono. Numerosi i tentativi di rilanciare la sua immagine in Italia e nel mondo, ma tra aste fallimentari e aziende in crisi, il Castello sembra essere condannato a un requiem che qualcuno sta cercando di contrastare.
Quel ‘qualcuno’ è SaveSammezzano, un movimento nato nel 2015 e che oggi si presenta come l’ambasciatore in Italia per la salvaguardia di quello che è, a tutti gli effetti, un patrimonio culturale vastissimo e di rara bellezza. Ne abbiamo parlato con Francesco Esposito, il fondatore del movimento.
Perché è così importante il Castello di Sammezzano?
L’importanza di questo castello deriva dal fatto che è il più noto e il più rilevante monumento in stile eclettico d’Italia. All’interno, per esempio, c’è la Sala dei Pavoni, il cui soffitto è stato inserito dalla BBC tra i dieci soffitti più belli al mondo. Parlando della tenuta, cioè dei 180 ettari – uno dei più grandi parchi privati della Toscana –, ci sono degli alberi particolarissimi, come il più grande agglomerato d’Italia di sequoie californiane, in cui spicca il secondo albero più grande d’Italia. In generale, basta vedere le foto per capire che si tratta di una struttura incredibile, fuori da tutti i canoni tradizionali: c’è lo stile moresco, lo stile persiano, lo stile indiano. È un luogo unico.
Fino agli anni ’90 questo castello era adibito ad albergo. Poi cos’è successo?
Sì, era un hotel di lusso. Lì dentro sono stati girati numerosi film, numerosi spot, tanti matrimoni. Il problema però era lo spazio: le stanze a disposizione erano una ventina, su un’area di 180 ettari. Recuperare tutto il denaro per sostenere la struttura era difficile, quindi i vecchi proprietari dell’albergo avevano deciso di costruire, a un centinaio di metri di distanza, un nuovo hotel per allargare la capienza di clienti. Avevano ottenuto tutti i permessi, e si trovavano ben oltre la metà dell’opera quando i lavori sono stati interrotti, e da allora è tutto fermo. Sono stati fatti alcuni piccoli tentativi di restauro in passato, ma la struttura è ancora malmessa.
Perché nessuno rileva il castello, da allora? Non c’è interesse o non ci sono i soldi?
Presumo che non ci siano né l’uno né l’altro. Il castello attualmente ha una proprietà che è uscita solo lo scorso anno dal fallimento. Quindi si spera che adesso la voglia e i soldi per fare qualcosa ci siano.
Quindi parliamo di un privato.
Esatto, una società privata. Ma non solo: il castello è stato diverse volte all’asta, nulla da fare. C’è gente che compra un dipinto di Da Vinci per 450milioni di euro, rilevare il castello costerebbe anche meno. Quindi i soldi ci sono, manca l’interesse.
Com’è possibile che un posto così importante in Italia non susciti l’interesse di nessuno?
Gli imprenditori hanno paura. Tenga conto che quando si acquistano 180ettari con l’intero parco, gli edifici interni e il castello, devi anche restaurare tutto, il castello va messo in sicurezza: parliamo di circa 80milioni di euro. Un imprenditore non se lo compra un posto del genere, a quella cifra. Ci sono edifici in svendita vicino al centro delle grandi città, e guardano a quelli. Diciamo anche che noi forse non abbiamo mai avuto la visibilità adatta per raggiungere le persone giuste.
Come movimento, qual è stato il vostro impegno per la causa?
Noi siamo nati all’inizio del 2015, proponendo in maniera provocatoria una petizione per rilevare il castello e acquistarlo. Poi abbiamo presentato 10 interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro dei Beni Culturali, che all’epoca dei fatti era Franceschini. La risposta fu che non c’erano i soldi per poter recuperare l’intero parco con le strutture interne. Comunque nel tempo siamo cresciuti, pensi che veniamo spesso contattati da giornali, politici. Sono state fatte molte cose per la nostra campagna di sensibilizzazione. Abbiamo anche vinto un concorso europeo, per lavorare a un rapporto tecnico relativo a Sammezzano. Sul nostro sito è possibile vedere per bene le tantissime cose importanti che siamo riusciti a fare in pochi anni.
Sul sito del FAI – Fondo Ambiente Italiano – si può votare ‘Il Luogo del Cuore’, il censimento dei posti da salvare in Italia. In quella lista, il castello dove si trova?
È secondo, con oltre 24.000 voti. Al primo posto c’è una vecchia ferrovia, che collega Cuneo con Nizza passando per Ventimiglia. È importante per questo diffondere e sensibilizzare, e votare soprattutto, perché non ci si dimentichi di Sammezzano.
Sul sito del FAI è possibile iscriversi gratuitamente e votare per il castello.